giovedì 6 gennaio 2011

Il rapporto tra un insegnante e uno studente


“Fu il vecchio professor Antolini ad aprirmi la porta quando sonai. Era in vestaglia e pantofole, e aveva un cocktail in mano”

Come in ogni relazione, anche quella fra insegnante e studente è caratterizzata da un influenzarsi reciproco, anche se il secondo, ovviamente, spesso non si rende conto di quanto possa influenzare con il suo comportamento, il docente. Lo studente, insieme a tutto il bagaglio di problematiche adolescenziali, ha bisogno di sentirsi apprezzato, in quanto non vuole esser visto uguale a tutti i suoi compagni è quindi portato ad essere particolarmente attento ai comportamento che ha l'insegnante nei suoi confronti. Il professore, dal canto suo, vuole sentirsi confermato in ciò che fa in quanto l'insegnamento è una parte importante della sua vita; sono quindi sensibili al giudizio degli studenti, perché, ad esempio, uno studente distratto e non appassionato alla sua materia, può essere indizio del suo possibile metodo di insegnamento non del tutto corretto. Un rapporto del genere deve ovviamente basarsi sul rispetto reciproco, in quanto, se manca quello, vanno a crearsi conflitti e situazioni spiacevoli. Una cosa che spesso gli insegnanti sembrano dimenticare, è che prima di tutto, gli studenti sono persone e non macchine da studio, quindi non dovrebbero limitarsi all'insegnamento della loro materia, assegnare i soliti compiti per casa ed essere degli estranei per i loro allievi, ma dovrebbero invece essere aperti al dialogo. Essendo comunque un rapporto impari, in quanto l'insegnante si trova ovviamente in una posizione più forte, la valutazione diventa un passo importante, perché, valutazioni ingiuste possono far scatenare una reazione allo studente, che spesso inizia una discesa del rendimento in quanto perde fiducia in se stesso e nelle sue capacità, è quindi importante che l'insegnante non approfitti del suo potere e che sia oggettivo. Si può perciò arrivare ad avere un buon rapporto col proprio insegnante se c'è fiducia reciproca e se vengono spezzati tutti i pregiudizi dati dalla prima impressione, arrivando così a lavorare in un clima più sereno e avendo sicuramente risultati migliori.


Laura Sanson

giovedì 8 aprile 2010

Viaggio nell'inconscio

LA PSICOANALISI


















Psicoanalisi letteralmente significa "indagine delle singole parti costitutive di quel che anima l'uomo".

Dunque essa è considerata una teoria dinamica vale a dire che imputa l’origine dei fenomeni patologici all’azione di forze interazione tra loro , queste forze sono quasi tutte legate all’inconscio, ma agiscono anche forze di origine sociale e spinte motivazionali.

Quando parliamo di psicoanalisi non possiamo non parlare di Sigmund Freud , egli studiò questa scienza e formulò diverse teorie e nel 1900 pubblicò il libro “L’interpretazione dei sogni”. Freud all’inizio di questo libro parla della propria autoanalisi, lui pensa che anche nei sogni più bizzarri , più folli e incomprensibili si nasconde un senso che si può svelare mediante una determinata tecnica, appunto l’interpretazione dei sogni,con questo metodo ogni sogno rivela un come un’informazione carica di significato.Perciò non dobbiamo stupirci se all’inizio della psicoanalisi c’è l’analisi dei sogni.

Freud paragona la psiche ad un territorio diviso in regioni,vi sono cioè parti della mente che si trovano in relazione tra di loro e sono l’inconscio, il preconscio e il conscio.

Tutto ciò lo paragona ad un iceberg: l’inconscio è la parte subacquea dell’iceberg, ed essa sostiene la parte più superficiale ( il conscio),ma non è visibile e per questo motivo può provocare gravi “incidenti”.

L’inconscio è la parte di noi che non conosciamo ed è inaccessibile alla coscienza a meno che non ci siano cambiamenti di pulsazioni o un indebolimento delle difese dell’io o la guida di un terapista.

Il preconscio seguendo la metafora dell’iceberg è la linea di galleggiamento dell’iceberg e segna perciò la linea di demarcazione tra conscio e inconscio,esso può diventare conscio senza ostacoli tramite immagini mentali o con il collegamento del linguaggio.

Il conscio è sinonimo di quanto una persona è consapevole in un determinato momento.Coincide con pensieri parole, sentimenti, emozioni che l’individuo può agire con la sua volontà.

La psicoanalisi è una scienza che studia le parti inconsce di noi, ed è utile al fine di capire perché abbiamo determinati comportamenti.

Tutto ciò l’ho formulato dopo aver letto alcuni tratti di “Psicologia” di Maria Bernardi e Anna Condolf, “Freud” di Hans-Martin Johann e “Storia della psicoanalisi” di Silvia Vegetti Finzi .

Marta Iselle

mercoledì 24 marzo 2010

"The Catcher in the Rye"-Cosa si nasconde dietro il titolo?




"...Io mi avvicinai per sentire che cosa cantava. Cantava quella canzone: "Se scendi tra i campi di segale, e ti prende al volo qualcuno" ..."


Holden vorrebbe fare il "cacciatore nella segale"(nel baseball sarebbe un ruolo ben preciso il "catcher")
Lui immagina un campo di segale dove, alla fine, c'è un burrone.
Nel campo ci sono molti bambini che corrono nella segale, ma, così facendo, vanno senza saperlo verso il burrone e quindi verso la morte.
Lui ha il compito di salvarli "afferrandoli al volo prima che precipitino".
Lui, cacciatore nella segale, che conosce il pericolo, salverà tutti quei bambini inconsapevoli di quello che stanno facendo.
Questo vorrebbe fare Holden: salvare gli innocenti.
Vorrebbe essere colui che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale.

In realtà il significato di "Catcher in the rye" non è affatto questo, anzi, il titolo in questione è proprio intraducibile in italiano.
Al suo significato si fa riferimento di sfuggita in due punti del libro (cap. XVI e XVII).
La famosa canzone scozzese di Robert Burns ha una strofa che dice:

Gin a body meet a body
Coming through the rye;
Gin a body kiss a body,
Need a body cry?

Cioè, traducendo letteralmente dal dialetto scozzese:

Se una persona incontra una persona
che viene attraverso la segale;
se una persona bacia una persona,
deve una persona piangere?

L'espressione, tradotta letteralmente in italiano, non ha particolarmente senso, e anche in inglese evoca un'immagine bizzarra, però è formata da termini perfettamente comuni.
Come già detto, il "catcher" indica un ruolo ben preciso nelle squadre di baseball, mentre "rye" è popolare quanto il "Rye whiskey", un distillato che, secondo le leggi degli Stati Uniti deve essere prodotto impiegando almeno il 51% di segale.
Quindi, il titolo, che tradotto letteralmente in italiano non darebbe nessun effetto, in inglese è tutt'altro che insignificante, in quanto nel titolo è racchiusa la personalità di Holden, che vorrebbe essere colui che salva le persone più deboli e innocenti.
Matteo Lazzari

martedì 23 marzo 2010

IL RAPPORTO DI ALCOL E FUMO CON IL CINEMA


IL RAPPORTO DI ALCOL E FUMO CON IL CINEMA



... - Ci scommetto proprio, - disse. Mi accese la sigaretta con quel grosso accenditore da tavolo. ...


Come emerge in tutto il libro, la presenza di alcol e soprattutto del fumo è molto marcata. Ma questo non accade solo nella scrittura, ma, in maniera più marcata, anche nel grande schermo. L’unione tra alcol, fumo e cinema è da sempre presente nelle sale buie di tutto il mondo. Negli anni che furono, probabilmente perché non si conoscevano ancora gli effetti del fumo e dell’alcol sul corpo, era normale che molte persone e quindi protagonisti ne facessero uso, poi, si scoprì che “pubblicizzare” certi prodotti in un film senza introdurli in un qualche spot era molto più efficace (si arriva anche a richiedere una notevole quantità di soldi in cambio di una tacita pubblicità di una marca di sigarette). Si può intuire che l’inserire alcolico e sigarette nei film era puramente a scopo pubblicitario. In moltissimi film sono presenti l’alcol e soprattutto il fumo (James Bond interpretato da Sean Connery, oppure il più recente Iron Man). I perché possono essere molteplici, possono essere scopi economici (pubblicità) oppure aiutare la comprensione del personaggio (da cosa fuma, se sigari o nazionali, oppure da cosa beve, un cocktail oppure una semplice birra). Sicuramente Il veder bere o fumare nei film influenza moltissimo, soprattutto i giovani, ricerche, infatti, rivelano che gli adolescenti, anche i più salutisti, sono più invogliati a fare uso di alcolici o sigarette.
Si può notare che ultimamente l’uso, o l’abuso, di alcolici e sigarette nei film è notevolmente diminuita. Negli ultimi anni, sono state condotte ricerche sugli effetti di entrambe le sostanze e ciò ha portato a una notevole responsabilizzazione, quindi si è cercato di diminuire la presenza di alcol e fumo nei film per non fare una “pubblicità negativa”.

lunedì 22 marzo 2010

Coney Island


Lei scappò via, comprò il biglietto e tornò su quella maledetta giostra appena in tempo. Poi ne fece tutto il giro finché non ritrovò il suo cavallo. Allora ci montò sopra. Mi salutò con la mano e anch’io la salutai con la mano.”
Tratto da: “ Il Giovane Holden”, di J.D. Salinger.

Uno dei momenti più significativi del romanzo è quando Holden e sua sorella si incontrano davanti al museo. Holden sapeva che vicino al museo c’è una vecchia giostra che, a sua sorpresa era aperta anche d’inverno. Qui, trascorre i momenti più felici di questi giorni ricchi di emozioni e di avvenimenti. Il tema della giostra fa risaltare la natura non ancora adulta di Holden, il quale è felice mentre guarda la piccola Phoebe divertirsi. Coney Island è una piccola penisola a ovest di Manhattan all'interno del territorio di Brooklyn nella città di New York negli USA. La sua spiaggia si affaccia all’Oceano Atlantico assieme alle altre isole della barriera di Long Island. Questa zona è composta da una comunità di 60.000 persone nella parte occidentale della penisola, ed è suddivisa in diversi quartieri. Il nome Coney Island ha origini olandesi infatti l'isola è stata chiamata per la prima volta Conyne Eylandt che significa Isola dei conigli in merito alla presenza di molti conigli finché il loro habitat non fu distrutto dall’ingente costruzione di edifici. E’ una delle località più famose di New York ed è luogo di parchi di divertimento, quali Luna ( lo storico parco di divertimenti aperto nel 1895, da cui deriva il nome italiano di luna park). Tra circa il 1880 e la seconda guerra mondiale, Coney Island è stata la più grande area di divertimento negli Stati Uniti, attirando diversi milioni di visitatori all'anno. Durante questo periodo c’erano tre principali contendenti che erano i più importanti parchi di divertimenti, Luna Park, Dreamland, e Steeplechase Park, così come molti parchi di divertimenti. Coney Island ha raggiunto il suo apice di successo nel 20esimo secolo dopo la vittoria della prima guerra mondiale vinta appunto dagli alleati. La sua popolarità invece è diminuita dopo la seconda guerra mondiale a causa degli ingenti capitali utilizzati nella guerra. Nell’immediato dopoguerra Coney Island ha perso interesse e fu quasi abbandonata. Negli ultimi anni, l'area ha visto l'apertura di KeySpan Park, sede del Cicloni Brooklyn squadra di baseball della minor league e oggi quest'area di divertimenti contiene varie giostre e giochi come skeeball e molti altri.

Kristian Ristov

sabato 20 marzo 2010

NEW YORK - I GRATTACIELI E I PORTIERI


"...all'ascensore non c'era Pete, il solito lift del turno di notte.
C'era un tizio nuovo..."

New York è caratterizzata dai suoi enormi grattacieli che si iniziarono a costruire solo verso gli anni ’10 per via dei prezzi elevatissimi dei terreni sull’isola di Manhattan.
Ormai la città è diventata un agglomerato enorme di queste costruzioni che generalmente raggiungono i 30 piani, ma possono arrivare anche agli 88 di un imponente Empire State Building(381 m).
La vista splendida dal basso verso l’alto, tutte le costruzioni che si slanciano verso il cielo azzurro, e la visione dall’alto verso il basso, come se tutti fossero formichine che corrono velocemente a casa o al lavoro, e non serve spendere chissà che cosa, basta andare sul tetto di una casa, o meglio, di un grattacielo e guardare giù.
Ogni grattacielo, ha un suo portiere che ha il compito di smistare la posta, tenere aperto il basement(dove ci sono le lavatrici a gettoni), pulire marciapiede, spazi comuni, e a volte anche i singoli appartamenti. Portano i giornali ad ogni piano, danno da bere alle piante, buttano la spazzatura…insomma, mantengono l’ordine e fanno tutto ciò che potrebbe essere utile per il grattacielo.
L’importanza di questa figura è evidenziata dai risultati dell’ultimo sciopero dei portieri di Manhattan: i finanzieri di Wall Street che smistano la posta, i dirigenti bancari che buttano la spazzatura, le mogli dei professori universitari a lavare le scale e dare da bere alle piante. Tutti che entrano ed escono senza alcun controllo dai palazzi, l’ordinata pulizia del giorno prima trasformata che sembra ormai un sogno.
Molto importanti nel cinema(THE FAMILY MAN ne è un esempio), nella letteratura(IL GIOVANE HOLDEN) e soprattutto nella vita reale, queste figure però rischiano di scomparire sostituiti anche loro dalle nuove tecnologie, da un computer, un robot, un doorman elettronico. Un “aggeggio” che ti avvisa se qualcuno ti cerca, e fa tutto quello che faceva il portiere, solo che lo fa come può farlo una macchina, senza calore umano. È un qualcosa a cui non si da la confidenza che si dava al vecchio portiere a cui magari si chiedeva consiglio o ti sfogavi dopo una notte andata in bianco.
Elia Bonetto

venerdì 19 marzo 2010

Scappare




Me ne andrò all'Ovest...lontano.

Non importa dove...basta
andarsene....”







Si è sempre troppo grandi, passata una certa età, per ricominciare, cancellare, perdonare i torti della vita.

Ma per scappare no.

Scappare perché ci si sente in trappola, feriti, amareggiati ,delusi, tristi, sconsolati, malinconici, sognatori, perché si crede di potercela fare, perché,come Holden, si ha voglia di stare soli,perché ci si sente piccini in un mondo di giganti ,che non badano a dove camminano e che, comunque, non si accorgerebbero di averci schiacciato.
L'oppressione di una vita che non sentiamo appartenerci è una sensazione di sconforto e di malinconia.
Scappare però quasi mai è la soluzione.
Ci si illude di trovare qualche cosa di meglio, di più appagante, rassicurante.
Si spera di trovare una soluzione ai problemi, un lavoro, il calore di persone diverse da quelle di cui ci eravamo circondati e che , spesso, sono il motivo per cui ce ne vogliamo andare.

Sono soprattutto le persone che aveva avuto intorno, a persuadere Holden ad andarsene.
Si sogna una casa migliore, un lavoro migliore, persone migliori, insomma, un'esistenza migliore.
Ma spesso non ci si accorge di quanto la vita ci abbia saputo donare, senza che noi nemmeno lo avessimo dovuto desiderare.
Senza aver provato la tristezza,la depressione , la solitudine, non si riuscirebbe mai a capire veramente quale sensazione meravigliosa possa essere la felicità.
Sognare di scappare è una cosa, ma trovare quello che sogni è tutta un'altra storia; e, purtroppo, spesso te ne accorgi solo dopo aver vissuto in un'altra realtà che non è la tua, che non ti appartiene, che ti soffoca in modo lento ma inesorabile.


Baldisseri Francesca