“[…] L’Istituto Pencey è quella scuola che sta ad Agerstown in Pennsylvania. Probabile che abbiate visto gli annunci pubblicitari se non altro. Si fanno la pubblicità su un migliaio di riviste, e c’è sempre un tipo gagliardo a cavallo che salta una siepe. […]” pag.4
All’inizio del racconto il protagonista Holden Caulfield racconta della sua partenza dall’Istituto Pencey. Nei primi capitoli ne vengono citati anche altri tre (Saxon Hall, Whooton ed Elkton Hills); tutti questi, Pencey compreso, sono college che non esistono nella realtà.
Sebbene “università” e “college” vengano usati spesso come sinonimi, il secondo sarebbe solo la struttura che offre agli studenti le varie discipline di studio, mentre la prima, oltre a comprendere il college, ha anche delle scuole di specializzazione o di carattere puramente professionale per i laureati e degli alloggi per gli studenti iscritti.
Ogni università ha poi il suo campus, ovvero una cittadella universitaria spesso immersa nel verde dove abitano solamente studenti e persone che lavorano all'interno dell’istituto.
Ai college vi è un vero e proprio processo di specializzazione: è lo studente che sceglie la maggior parte delle materie da studiare. Con questo metodo, però, spesso si tende a tralasciare le materie umanistiche per avere una preparazione più “pratica”. Generalmente si seguono cinque corsi di tre ore a settimana ogni semestre e dopo quattro anni si ottiene il diploma universitario (bachelor’s degree), mentre con altri due o tre anni si può ottenere anche un master o un dottorato (PhD).
Molte delle università (come Harvard, Stanford, Yale, Columbia…) sono privatizzate; sono più costose, con picchi di 35-40 mila dollari all’anno di iscrizione, ma offrono un insegnamento eccellente. Quelle pubbliche (tranne un paio di eccezioni come Berkeley e Los Angeles) sono sì più abbordabili parlando di costi, ma il livello culturale che vi si può raggiungere è nettamente inferiore.
Rilevante è l’importanza che viene data anche allo sport: ogni college ha impianti sportivi curatissimi, vengono praticati prevalentemente football, basket, baseball, atletica leggera, nuoto, ma anche vela, golf, squash e tanti altri. Per alcuni di questi vi è anche un campionato universitario che per molti studenti dotati è un’ottima opportunità per mettersi in mostra. Ricordiamo poi per le ragazze la figura della cheerleader, che in Italia e altri paesi non esiste.
Infine a caratterizzare la vita dei campus vi sono anche le confraternite: associazioni di studenti che animano giornate e serate organizzando attività ricreative e grandissime feste!
All’inizio del racconto il protagonista Holden Caulfield racconta della sua partenza dall’Istituto Pencey. Nei primi capitoli ne vengono citati anche altri tre (Saxon Hall, Whooton ed Elkton Hills); tutti questi, Pencey compreso, sono college che non esistono nella realtà.
Sebbene “università” e “college” vengano usati spesso come sinonimi, il secondo sarebbe solo la struttura che offre agli studenti le varie discipline di studio, mentre la prima, oltre a comprendere il college, ha anche delle scuole di specializzazione o di carattere puramente professionale per i laureati e degli alloggi per gli studenti iscritti.
Ogni università ha poi il suo campus, ovvero una cittadella universitaria spesso immersa nel verde dove abitano solamente studenti e persone che lavorano all'interno dell’istituto.
Ai college vi è un vero e proprio processo di specializzazione: è lo studente che sceglie la maggior parte delle materie da studiare. Con questo metodo, però, spesso si tende a tralasciare le materie umanistiche per avere una preparazione più “pratica”. Generalmente si seguono cinque corsi di tre ore a settimana ogni semestre e dopo quattro anni si ottiene il diploma universitario (bachelor’s degree), mentre con altri due o tre anni si può ottenere anche un master o un dottorato (PhD).
Molte delle università (come Harvard, Stanford, Yale, Columbia…) sono privatizzate; sono più costose, con picchi di 35-40 mila dollari all’anno di iscrizione, ma offrono un insegnamento eccellente. Quelle pubbliche (tranne un paio di eccezioni come Berkeley e Los Angeles) sono sì più abbordabili parlando di costi, ma il livello culturale che vi si può raggiungere è nettamente inferiore.
Rilevante è l’importanza che viene data anche allo sport: ogni college ha impianti sportivi curatissimi, vengono praticati prevalentemente football, basket, baseball, atletica leggera, nuoto, ma anche vela, golf, squash e tanti altri. Per alcuni di questi vi è anche un campionato universitario che per molti studenti dotati è un’ottima opportunità per mettersi in mostra. Ricordiamo poi per le ragazze la figura della cheerleader, che in Italia e altri paesi non esiste.
Infine a caratterizzare la vita dei campus vi sono anche le confraternite: associazioni di studenti che animano giornate e serate organizzando attività ricreative e grandissime feste!
Se vuoi approfondire le conoscenze sui college americani, scarica questo documento (clicca sul bottone rosso per iniziare il download):
Luca Mattarolo
Mi devi fare 'na statua x quello ke farò x te... xD
RispondiEliminaNemanja Rajic
Ecco postato il download. Mi devi un favore Luke :D!
RispondiEliminaNemanja Rajic
Grande Nemanja ti ammiro per le tue immense conoscenze in campo informatico!!! Grazie ancora!
RispondiEliminaLuca Mattarolo
Vabbè, adesso non esagerare... (Se no mi monto la testa xD)
RispondiEliminaNemanja Rajic
Certo che sembrano molto più organizzate le scuole americane di quelle europee. Là gia pensano che sei adulto. Qui ce ne vuole di tempo!!
RispondiEliminaSamuele Saggiorato
beh qua in Italia hanno cercato di imitare le scuole americane, solo che hanno strascurato un "piccolo" e"insignificante" problemino tecnico: la le scuole funzionano, qua no! Comunque bel post luca, e bravo nemanja per l'immagine con il link, se riesci magari modificalo in un css con hover, crea poi il bottone e viene una meraviglia, basta solo farlo bene con photoshop oppure basta anche scaricarlo da internet:)
RispondiEliminaGiovanni Munaretto
decisamente un'organizazzione delle scuole all'americana, con la possibilità di scegliere i corsi da seguire
RispondiEliminaper raggiungere gli obbiettivi che ci si è prefissi. Senza essere obbligati a fare materie che non
ti interessano o non sono necessarie. Fare solo quello che ti piace. Questo secondo me porta gli studenti
a studiare e ad andare a scuola molto più volentieri rispetto a quelli italiani per il semplice fatto di
andare a scuola per poter fare e studiare quello che TI PIACE! Rimanere in comunità con i propri compagni all'interno
del campus non dover tonare a casa tutti i giorni e avere la possibilità di essere più liberi!
Elia Bonetto
scusate..era decisamente meglio della nostra la prima riga :)
RispondiEliminaElia Bonetto
Veramente molto interessante questo post! In effetti, l'idea di poter scegliersi da sè le materie da studiare a scuola sarebbe l'ideale: oltre che per avere la possibilità di un maggior profitto scolastico perchè si scelgono le materie che più ci piacciono studiare, ma anche perchè sono meno materie, ciò, secondo me, permette di concentrarsi meglio su un numero ristretto di argomenti, approfondendoli di più e imparandoli quindi meglio. Sarebbe l'ideale che questo tipo di impostazione ci fosse anche in Italia.
RispondiEliminaComunque molto originale anche l'idea del download con contenuti extra! Proprio un bel lavoro complimenti ancora.
Gian Marco Carlan
Cavoli, da come hai scritto, sembrerebbe quasi divertente andare al college. Questo metodo della scelta delle materie di studio e approfondimento potrebbe essere un'idea positiva. Si eliminerebbe il problema (per chi ce l’ha) della materia per cui non siamo per nulla portati. Sono favorevole anche all’importanza che si da allo sport e alla comparsa delle mitiche cheerleader. Complimenti Luca per il post, soprattutto per il bottone rosso del downland, molto originale!
RispondiEliminaGiulia Vigolo