domenica 14 febbraio 2010

NEW YORK E IL JAZZ


[…]È un disco vecchissimo, fantastico, che Estelle Fletchér, quella cantante negra,
ha inciso che sarà una ventina d'anni. Fa molto Dixieland e bordello, come lo canta, e non è affatto
sdolcinato.[...]

Nel romanzo di formazione“Il giovane Holden” viene descritto un aspetto importante che si rivela essere una delle tante peculiarità della città di New York: la musica Jazz. Nel romanzo vengono trattati due stili jazz: il cool jazz e il dixieland. Il primo ha dato inizio allo sviluppo del genere musicale trattato nella grande mela. E’ una variante dell’allora imperante bebop e si sviluppò grazie a musicisti del calibro di Miles Davis e Lennie Tristano.Il Dixieland, è una tipologia di musica jazz suonata dai bianchi, i quali prendono spunto dal “New Orleans” dei neri, ma lo rendono molto più complesso aggiungendo scale veloci, trilli, armonie e una maggiore classicità determinati dalla superiore cultura musicale rispetto ai neri. Nel Dixieland la parte melodica della composizione viene suonata da tromba, clarinetto e trombone. La parte ritmica, che accompagna la melodica, è invece eseguita dalla batteria, che tiene il ritmo, da sax o tube che si occupano dei bassi, e da banjo o chitarra. In questo genere si possono intuire degli accenni blues, in quanto si ricorre all’utilizzo della scala blues, e swing.

Nel “giovane Holden”, il protagonista prende in considerazione le due tipologie di musica jazz descritte sopra. Il cool jazz viene quasi sminuito da Holden, sembra che lo consideri fasullo, infatti la sua presenza musicale è sempre accompagnata da musicisti i quali lo rovinano storpiandone l’esecuzione per mezzo di trilli e decorazioni fuori luogo, con riferimento al pianista Ernie, oppure eseguendo il brano in modo del tutto orrendo, con riferimento all’orchestra. Nel caso del dixieland, invece notiamo in Holden un certo gradimento, nel corso del capitolo sedicesimo non mancano elogi all’album “Little Shirley Beans” di Estelle Fletcher, inoltre vi è un accenno, non caratterizzato da note di disgusto, alla composizione “Tin roof blues” dei New Orleans Rhythm Kings.






Giovanni Munaretto

4 commenti:

  1. Oh, Yes, this is my favorite old jazz!!!!

    Che atmosfere ragazzi, ricordo quando in alcune vie di Parigi, o senza andare lontano a Perugia durante l' Umbria Jazz, o ancora più vicino da noi a Vicenza, nella settimana della rassegna Vicenza Jazz, si respire quest' atmosfera old jazz!!!!!

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  2. A dire la verità, questo genere di musica, il Jazz appunto, non mi ha mai attirato più di tanto. Non so perchè ma mi sa tanto di qualcosa di "vecchio" o comunque di passato. Anche se spesso i ritmi di questo genere sono anche molto orecchiabili, non è un genere che cercherei a tutti i costi di ascoltare.
    Il post comunque è ben fatto e l'idea del video è molto buona. Complimenti a Giovanni!

    Gian Marco Carlan

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  3. Nemmeno io sono attratta dalla musica jazz, preferisco notevolmente il rock. Probabilmente perché il sax o il banjo non sono i miei strumenti preferiti. Comunque non metto in dubbio che questo genere abbia avuto una grande importanza. Bel post Gio!
    Giulia Vigolo

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  4. Bel post, scritto veramente bene, peccato che il video, musicale presumo, non si veda più... è proprio un peccato per uno come me che non è così esperto di stili musicali, sia nuovi sia recenti; mi sarei potuto fare un'idea migliore di uno dei due stili citati nel post... mea culpa, avrei dovuto commentare prima!!! Vorrà dire che me ne cercherò un altro...

    Luca Mattarolo

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